2000 issue 82

EIFFEL 65
  • I RAGAZZI DI
  • MASSIMO GABUTTI SPOPOLANO DA MESI NEL MONDO DELLA DANCE DI STAMPO INTERNAZIONALE
EIFFEL 65
by Ricky Sada
 
Uscì nel novembre del '98. Il primo ordine fu di 300 copie. Che rimasero invendute per qualche mese. Più di cento promozionali furono inoltre distribuiti, insieme ad altri brani, durante l'edizione '99 del Midem, quindi poco più di un anno fa. "Ma non fu né notato né richiesto da nessuno". La maggior parte delle aziende che in seguito contattarono la Bliss Corporation chiedendo il brano in licenza, in realtà lo ricevettero diversi mesi prima. "Ma non se ne erano accorti". Cantato da Jeffrey Jey, che ha fatto anche il testo ("è un pazzo pericoloso"), "Blue" è acora leggenda. Pubblicato in Europa, per ora, ha totalizzato tre milioni di copie. "E' uscito negli Stati Uniti e in Giappone…". Tanti progetti. Come il follow-up "Move Your Body", l'album "Europop" e il recente singolo "Too Much Of Heaven", ballata rhythm and blues. Tutto per il trio composto da Maurizio Lobina, Jeffrey Jey e Gabry Ponte. "Tutto per Eiffel 5. E' sempre emozionante per una struttura misurarsi su un discorso a più ampio raggio artistico e organizzativo. A medio termine abbiamo in corso la completa ristrutturazione degli studi, che sono ora strutturati in reti client-server locali e che presto si trasformeranno in reti intra-extranet, per favorire l'integrazione di produttori esterni". "Blue" all'estero sta strapazzando ogni chart. Bmg, Warner, Scorpio, V2, Universal e molte altre case discografiche e multinazionali lavorano quotidianamente sul brano. In Inghilterra è entrata al numero uno. Incuriosisce oggi il fatturato della BlissCo? "Due anni fa abbiamo fatturato poco, l'anno scorso abbiamo fatturato bene, l'anno prossimo fattureremo molto". "Blue" sembra essere la soddisfazione maggiore per la BlissCo, invece… "… quella di avere delle persone e una organizzazione in grado di produrre brani che piacciono e che a volte, come 'Blue', riescono a portare la musica italiana nel mondo". Per il resto? "Il successo è una bolla, che prima o poi scoppia, per cui non ci identifichiamo con esso ma con l'azienda. In pratica, quando ci pongono la domanda 'Cosa fate nella vita?', la nostra risposta è sempre la solita: 'Costruttori di bolle'". Musicanti tecnologici con un loro preciso credo: creare, divertirsi. Sono, appunto, degli appassionati di musica e di tecnologia. "Costruiamo il nostro mondo in accordo con i nostri principi e le nostre passioni. Il nostro più grande successo non è aver fatto DaBlitz, Bliss Team o Eiffel 65, ma avere ragazzi e ragazze che, entrati nell'azienda giovanissimi, hanno diviso insieme momenti belli e brutti, spartendo il successo e le delusioni, continuando a lavorare fino a tarda sera anche quando la BlissCo non era di moda o di successo, e non hanno lasciato la nave anche quando sembrava potesse affondare. Nei momenti di crisi si sono improvvisati promoter, editori, A&R, riparatori di computer, addetti alle pulizie e alle licenze estere. Ora, oltre a essere degli ottimi produttori o fonici o assistenti, sono anche degli ottimi manager. La nostra gente fa la differenza". Doveva mettersi alla prova, Massimo Gabutti, quando nel '92 tornò a Torino e fondò la BlissCo. Fetta cospicua della storia della dance made in Italy. Una saga costellata da grandi nomi."Verrebbe veramente voglia di nominarli tutti, a partire da Roberto Turatti, creatore della prima italodance dal successo internazionale grazie a Den Harrow.
Ma se parliamo di innovazione e organizzazione del concetto di produzione discografica, senza dubbio Gianfranco Bortolotti rimane il maestro imbattuto.Il suo modello è un punto di riferimento da cui molti giovani produttori, fra cui il sottoscritto, hanno preso spunto per creare le proprie strutture". Media Records e poi? "A livello di professionalità e quantità di successi costruiti non possiamo dimenticare Giacomo Maiolini, Alvaro Ugolini e Dario Raimondi, Pippo Landro, Giovanni Natale, Joe T. Vannelli, Mario Fargetta e in generale tutti quei produttori che sono riusciti, nel tempo, a far apprezzare la musica italiana all'estero. Due produttori che ammiro veramente moltissimo sono Molella e Phil Jay, che sono riusciti a collezionare un numero impressionante di hit, diversi uno dall'altro, ma sempre altamente originali. Dei piccoli capolavori". Come recitava la t-shirt di Madonna: Italians Do It Better. "Le produzioni italiane sono realizzate in modo molto professionale, sono ben fatte, tanto è vero che, a ondate, e in diversi periodi storici, riescono regolarmente a conquistare le vette delle classifiche europee e internazionali. La dance è una delle produzioni italiane che, insieme alle auto da corsa, al design e alla moda, riesce a essere apprezzata all'estero: questo grazie alla professionalità e alla fantasia dei marchi italiani. Inoltre è strettamente legata all'alta tecnologia, quindi porta i propri addetti a misurarsi costantemente con innovazione e ricerca, il che crea delle persone e degli ambienti estremamente aperti al futuro e alla tecnologia. Certo che la durata media del brano dance è generalmente minore di un brano pop" o magari interpretato in lingua italiano. Il mercato discografico indipendente è… "estremamente vivace". A un calo delle vendite, corrisponde un aumento dei produttori "che di conseguenza, per sopravvivere, devono diventare più selettivi e professionali". Sono diminuiti i distributori, "ma i nuovi venuti hanno preso rapidamente il controllo della scena con lo slogan 'Facciamo solo i distributori, ma lo facciamo benissimo'. Così sono nate realtà come Self e Level One, che hanno conquistato fette significative di mercato". La scelta della distribuzione è caduta su Level One? "Sono degli amici e lavorano bene, inoltre hanno un ottimo export". E il fenomeno Mp3? Per Gabutti "tocca marginalmente il settore mix. Ma in futuro lo penalizzerà pesantemente se l'industria non sarà in grado di offrire soluzioni: il mercato delle compilation è la vera linfa vitale della dance". Fanno presto poi questi torinesi a inventarsi un nome. Eiffel 65 è stato buttato lì così, pare partorito dal software di un computer. Quello delle edizioni musicali GZ2538 invece… "Continuavamo a sottoporre dei nomi alla Siae, la quale ci comunicava di continuo che erano già in uso da altre ditte. Al quarto tentativo ci siamo rotti, abbiamo preso le iniziali dei cognomi dei proprietari della società, cioè Gabutti e Zucchet, aggiungendoci quattro cifre a caso". Se dovesse fare una joint-venture, con che label indipendente italiana la farebbe? O almeno con che major? "In Italia trovo che la Time e la Media siano aziende che si muovono in maniera molto dinamica fra gli indipendenti. Riguardo le multinazionali vedo molto movimento intorno alla Universal".
  
 
ADVANCED TECHNOLOGIC SOUND MAGAZINE

 



| Entrance | Homepage | current issue CONTENTS | Archives |
| Music Machines .Highlights .. A-Z index .| Artists / Producers Highlights . A-Z index |
| Party Zone | Audio Interviews | Guests | ShopOnLine | Gear Price List | all About Future Style | Links | Xstras | e-mail |
|
Site Map |